Bologna Jazz Festival

Solo a Bologna! L’edizione 2022 del Bologna Jazz Festival brilla per le presenze in esclusiva nazionale del supergruppo jazz più atteso della stagione autunnale, il quartetto con Joshua Redman, Brad Mehldau, Christian McBride e Brian Blade, e di Edu Lobo, padre fondatore della música popular brasileira. In un vasto calendario che abbraccia ben 36 giorni, dal 27 ottobre all’1 dicembre, e numerose location (raggiungendo anche i comuni dell’area metropolitana e le province di Ferrara e Forlì) troveranno spazio la Mingus Big Band e innumerevoli altri protagonisti di primo piano del jazz made in USA, una significativa rappresentanza del jazz nazionale e qualche proposta ‘esotica’.

Al BJF la musica non è solo suonata, ma anche insegnata e disegnata: il festival ospita importanti iniziative didattiche e anche quest’anno affida la propria immagine coordinata alla fantasia di una nota firma del fumetto italiano: Francesca Ghermandi. Le sue opere, ispirate al programma del BJF e rese possibili dalla collaborazione con l’Associazione Hamelin, saranno esposte sull’Autobus del Jazz e nelle bacheche storiche di CHEAP on board.

Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Bologna Città della Musica UNESCO, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol, Coop Alleanza 3.0, TPER, Città Metropolitana di Bologna, del main partner Gruppo Hera e con il sostegno del Ministero della Cultura.

Le ‘specialità’ del BJF

Il 31 ottobre al Teatro EuropAuditorium si assisterà a una rimpatriata di ‘vecchi amici’: Joshua Redman, Brad Mehldau, Christian McBride e Brian Blade, nomi capaci di catalizzare l’attenzione di tutta la comunità jazzistica. Questa line up fu creata da Redman nel 1994 per incidere il suo terzo album da leader: MoodSwing, uno dei dischi jazz fondamentali degli anni Novanta, consacrazione del talento, dell’estetica musicale e della creatività di quattro musicisti allora agli esordi e oggi considerati tra i più importanti maestri del jazz internazionale. Nel riunirsi, per la pubblicazione del disco RoundAgain (2020), la leadership è diventata collettiva: evoluzione inevitabile vista la maturazione delle personalità coinvolte.

La ricorrenza del centenario della nascita di Charles Mingus, figura tra le più debordanti dell’intera storia del jazz per la forza interpretativa e la ricchezza delle composizioni che ci ha lasciato, ha portato sui palcoscenici italiani innumerevoli omaggi. Ma la proposta del BJF è una delle pochissime occasioni per sentire all’opera la Mingus Big Band, formazione che ne ha ufficialmente raccolto l’eredità musicale, sotto la gestione di Sue Mingus, vedova di Charles (16 novembre, Teatro Duse).

Torna in Italia, dopo molti anni, uno dei massimi cantautori brasiliani di sempre. Edu Lobo sarà protagonista della serata del 24 novembre al Teatro Celebrazioni assieme a un quartetto col quale ripercorrerà sessant’anni di successi. A lui si devono innumerevoli composizioni che hanno contribuito all’affermazione planetaria della música popular brasileira anche grazie alle interpretazioni di Sérgio Mendes, Antônio Carlos Jobim, Milton Nascimento, Gilberto Gil, Caetano Veloso, Sarah Vaughan, Toots Thielemans, gli Earth, Wind & Fire…

I jazz club di Bologna

Il BJF non si lascia sfuggire le possibilità offerte dalla notevole concentrazione di jazz club nel centro storico di Bologna, coinvolgendoli in una fitta programmazione sapientemente intrecciata con i grandi live nei teatri.

Al centro di questa costellazione di locali si trova la Cantina Bentivoglio, il club cittadino dalla più lunga tradizione jazzistica. Per iniziare, sul suo palco arriverà Joey Baron, uno dei batteristi di culto del modern jazz, con il trio “MixMonk” (28 ottobre). Swingante e leggiadra è la musica del trio del pianista e cantante Johnny O’Neal (3 novembre), mentre un altro trio di caratura stellare con il pianista Kevin Hays, il contrabbassista Ben Street e il batterista Billy Hart completerà le proposte internazionali della Cantina (13 novembre). Sarà dedicata al jazz italiano la serata del 17, con il quartetto “Connection” che riunisce due solisti di punta come il trombettista Fabrizio Bosso e il sassofonista Rosario Giuliani.

Il Camera Jazz & Music Club conferma la predilezione per il jazz strettamente imparentato con il mainstream statunitense. Lo mettono in evidenza il trio del pianista Renato Chicco, completato dalla ritmica di Danny Ziemann e Chris Smith (il 28 e 29 ottobre); la pianista Francesca Tandoi (anche per lei una doppia data: il 4 novembre in trio e il 5 con in aggiunta il chitarrista Daniele Cordisco); il ‘robusto’ quartetto guidato dal trombettista Wallace Roney Jr. e il batterista Joris Dudli (9 e 10 novembre); la vocalità black della cantante Sharón Clark (il 12); l’omaggio alle musiche di Wayne Shorter servito dal quartetto del pianistaLuca Mannutza (il 18).

Davvero ampie le prospettive musicali esplorate dal Bravo Caffè e dal Locomotiv Club, che stanno predisponendo la loro programmazione con un occhio di riguardo ai fenomeni emergenti.

Jazz fuori porta

Il cartellone del BJF si diffonde dalla città ai comuni dell’area metropolitana di Bologna, per poi proseguire la sua ‘espansione’ sino a coinvolgere le province di Ferrara e Forlì, grazie a un nutrito numero di partnership con i principali operatori culturali del territorio.

Sul territorio bolognese risalta l’originale concerto che si terrà a Castel Maggiore: un’esplorazione delle ancestrali sonorità sarde con lo specialista delle launeddas Luigi Lai e i S’Ard (30 ottobre, Teatro Biagi D’Antona).

Jazz in regione

La più significativa tra le numerose trasferte extra cittadine del BJF è quella che porta l’attività del festival bolognese al Torrione Jazz Club di Ferrara. Anche qui si ascolterà il fondamentale trio di Joey Baron (29 ottobre). Poi a seguire una vera antologia del modern jazz statunitense: l’astro nascente del vibrafono Joel Ross (4 novembre); il quartetto di Mark Turner, sassofonista che ha raggiunto la piena maturità creativa (il 5); il quartetto “Little Big” del pianista Aaron Parks (l’11); il trio all stars con Kevin Hays, Ben Street e Billy Hart (il 12). Si continuerà quindi con molto jazz italiano e alcune proposte ‘esotiche’: il quartetto co-diretto da Rosario Giuliani e Fabrizio Bosso (il 18); il duo con Edmar Castañeda e Gregoire Maret, dall’insolita strumentazione (arpa elettrica e armonica cromatica; il 19); la Tower Jazz Composers Orchestra, formazione ‘padrona di casa’ (il 20); ancora un’impressionante armonicista, la giovanissima israeliana Ariel Bart (il 25, in quintetto); il quartetto all stars Passport, che riunisce il sax di Pietro Tonolo, il contrabbasso di Marc Abrams e gli scambi percussivi di Joe Chambers e Jorge Rossy, che incarnano la storia e la modernità del drumming jazzistico (il 26).

Il BJF arriva sino alla Romagna, dove ‘adotta’ i concerti principali di Jazz a Forlì, copromuovendoli nel proprio cartellone: appuntamenti di rilievo come il trio di Joey Baron (30 ottobre, Teatro Mazzini);il duo formato da Enrico Rava e Fred Hersch (1 novembre, Auditorium San Giacomo);il quartetto di Mark Turner (4 novembre, Teatro Mazzini); il quartetto di Rosario Giuliani e Fabrizio Bosso (il 19, Teatro Mazzini).

Attività didattiche e altri eventi

Giunge alla decima edizione il Progetto Didattico “Massimo Mutti”, articolato in varie sezioni e dedicato al ricordo del fondatore del festival bolognese, realizzato grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

Sono previsti due seminari con altrettanti luminari del jazz statunitense, riservati agli studenti del Conservatorio e del Liceo Musicale “L. Dalla” di Bologna. Il primo ‘ciclo’ didattico avrà per protagonista il batterista Joe Chambers, dal 28 novembre all’1 dicembre al Camera Jazz & Music Club. L’1 dicembre verrà assegnato il “Premio Massimo Mutti”, consistente in quattro borse di studio che consentiranno agli studenti selezionati di partecipare ai corsi internazionali di perfezionamento estivi 2023 della Fondazione Siena Jazz – Accademia Nazionale del Jazz e del Berklee College of Music at Umbria Jazz. Collegato al workshop, ma aperto al pubblico, sarà il concerto che Chambers terrà sempre al Camera il 27 novembre con i Passport.

In coda al festival salirà poi in cattedra il pianista Dave Kikoski (dal 18 al 21 dicembre, Camera Jazz & Music Club).

Gli ormai storici e forti legami del BJF con il Conservatorio troveranno inoltre riscontro nel concerto che si terrà il 26 novembre alla Sala Bossi, con la Big Band del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna assieme al chitarrista Domenico Caliri.

È invece una novità la partnership con l’Orchestra Senzaspine, che si concretizzerà nel concerto dell’orchestra diretta da Tommaso Ussardi l’11 novembre al Teatro Manzoni: in programma la celebre Rhapsody in Blue di Gershwin, la monumentale Sinfonia n. 5 di Šostakóvič e una nuova opera per sassofono e orchestra del giovane Luigi Grasso, con l’autore anche in veste di solista.

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