di Alberto Alvoni
Il recentissimo record italiano di Larissa Iapichino, che ha sorprendentemente eguagliato la madre Fiona May (salto in lungo indoor), ha riaperto il cancello su un giardino punteggiato di fiori che sono anche record, dove le donne di oggi hanno raccolto il testimone di altre donne, autentiche pioniere dell’atletica.
E allora diventa sempre più significativo riavvolgere il nastro, guidare a ritroso la nostra macchina del tempo e trovarci d’un tratto a Genova nel febbraio 1973. Sulla pedana del lungo, nella sorpresa generale, Silvia Chersoni (Cus Ferrara) stabilisce a 22 anni il nuovo record italiano indoor con una rincorsa da favola. La misura (5,94) non deve far sorridere rispetto a quella di Fiona May e Larissa Iapichino (6,91, che è anche record mondiale under 20). In mezzo ci stanno 48 (quarantotto!) anni esatti, quasi un’era geologica, il 5,94 di allora vale forse più del 6,91 di oggi. Inoltre è tutto da dimostrare – anche se glielo auguriamo vivamente, vista la giovanissima età, la classe e la grinta – che Larissa Iapichino saprà battere i record personali di Silvia Chersoni nei 100 (12 netti), nei 200 (24 e 5) e nei 400 (55 e 7 nel 1970, quando aveva più o meno la stessa età della Iapichino, che attualmente – sia pure indoor – ha fissato sulla distanza il proprio miglior tempo a oltre 57 secondi).
Questo solo per dire (metro e cronometro alla mano) che la pur breve carriera della ferrarese Silvia Chersoni è stata talmente intensa da lasciare tutt’oggi una traccia indelebile, quasi la sinopia per chi avrebbe dipinto l’affresco dell’atletica femminile negli anni a venire. Specialista nei quattrocento («anche se è una distanza che ho sempre odiato») la Chersoni può ben definirsi un’atleta completa, avendo spaziato in molte discipline ed essendo stata addirittura pentatleta (in aggiunta a ciò, proveniva dal basket con risultati più che incoraggianti). Silvia Chersoni vanta 13 presenze in maglia azzurra col privilegio di essere stata portabandiera agli Europei di Atene. Dopo l’abbandono dell’atletica, ha svolto l’attività di insegnante di educazione fisica, lanciando diversi allievi in orbita nazionale.
Il marito è Claudio Trachelio (classe 1949), già ottimo quattrocentista, atleta di valore assoluto, laureato in scienze motorie e docente universitario, autore di libri e saggi, punto di riferimento importante per chiunque si occupi di atletica e dintorni.
Silvia Chersoni vive ad Assago con la famiglia, ma ripercorre sempre volentieri gli antichi sentieri che la riportano nella sua Ferrara. Con lei è possibile rientrare nel giardino dei record, ma anche nel giardino dei Finzi Contini. Si favoleggia infatti che solo per un soffio non sia stata scritturata per la parte di Micol nel famoso film di De Sica (1970). Silvia Chersoni, abituata a stare con i piedi in terra (anzi: sulla terra rossa della pista), ridimensiona questo episodio. Se è vero che fu presentata a Vittorio De Sica (con cui ebbe un cordialissimo incontro all’Hotel Astra), altrettanto vero è che la scelta era già caduta su Dominique Sandà, dopo la rinuncia di Patty Pravo. Meglio così: mentre le performance di Patty Pravo e Dominique Sandà tendono a sbiadire, le imprese di Silvia Chersoni restano scolpite nel grande libro della nostra atletica, impreziosendo ancora e sempre il giardino dei record.