Marzo è il mese dedicato alla prevenzione del secondo carcinoma più diffuso in Italia. I medici dell’Associazione Italia Gastroenterologi ed Endoscopisti Ospedalieri invitano allo screening e annunciano l’avvio di un importante studio per individuare e rimuovere le criticità che riducono la partecipazione della popolazione allo screening.
14 Marzo 2024 – I numeri del cancro al colon in Italia riportano nel 2022 una stima di circa 48.100 nuove diagnosi (uomini 26.000; donne 22.100) e una mortalità che si stima per il 2021 di 21.700 decessi.
Lo screening è uno strumento di salute tanto più efficace quanto più partecipato e ha come scopo principale di intercettare le lesioni precancerose rappresentate dai polipi del grosso intestino o dai tumori in una fase precoce di malattia.
In Emilia-Romagna grazie ai programmi di screening avviati dal 2005 in media, ogni anno, è stato possibile identificare un cancro ogni 1.050 persone esaminate e una lesione pre-cancerosa ogni 130 persone esaminate, consentendo in questo caso di intervenire precocemente ed evitare l’evoluzione in cancro.
Per chi aderisce al programma di screening si è infatti osservata una riduzione della mortalità per cancro colon-rettale del 65% negli uomini e del 54% nelle donne.
Nel 2022 in Emilia Romagna il 96% della popolazione residente di età compresa tra i 50 e i 69 anni (circa 1.330.000 persone), è stata invitata ad eseguire l’esame di screening di primo livello ma solo il 53% ha aderito all’invito.
“Il programma di screening in Emilia-Romagna – Afferma il Dott Riccardo Solimando Presidente Regionale Aigo – prevede un coordinamento unico regionale e specifici gruppi tecnico-scientifici delle varie aziende USL regionali responsabili del programma di screening a livello provinciale. Le USL invitano i cittadini ad aderire allo screening tramite lettera a domicilio e/o tramite fascicolo sanitario elettronico. L’invito propone la ricerca gratuita del sangue occulto fecale, inteso come esame di screening di primo livello. Nell’invito è specificata la modalità di ritiro e di consegna del campione, che vede coinvolti i vari servizi territoriali delle aziende USL e le farmacie aderenti. Qualora la ricerca del sangue occulto fecale dovesse risultare negativa, seguirà dopo 2 anni un nuovo invito allo screening, fino ai sopraggiunti limiti di età. In caso di esito positivo, i cittadini verranno invitati ad eseguire un esame di screening di secondo livello, quale la colonscopia o la colon-TC”.
Consapevole del valore determinante della prevenzione e della diagnosi precoce Aigo ha promosso nei primi mesi dell’anno l’indagine “Fattori che influenzano gli esiti dello screening organizzato del cancro colon retto in Italia”, che ha coinvolto oltre 50 strutture ospedaliere di 16 regioni italiane.
“La survey nasce dalla considerazione che il grado di partecipazione allo screening del cancro colon retto in Italia è significativamente eterogeneo, – afferma Marco Soncini Presidente di Aigo e Direttore del Dipartimento Medico ASST Lecco – generalmente le regioni del centro nord dell’Italia raggiungono performance più elevate (40-50%) di quelle del sud e delle isole (10-15%). Più elementi concorrono a determinare l’adesione allo screening del cancro colon retto. Conoscere i fattori che favoriscono o al contrario riducono l’adesione allo screening permette di iniziare un percorso di rimozione delle criticità”.
[comunicato stampa ricevuto in redazione]