Ortofrutta, export in decisa ripresa nel primo trimestre 2023. Bene ortaggi, agrumi e frutta fresca. Cala l’import Marco Salvi: “Il rilancio dei consumi resta la priorità. Ma l’Europa invece vuole tagliare i fondi per la promozione”
L’export italiano di ortofrutta si presenta nel primo trimestre 2023 in grande ripresa.
In un quadro che vede i volumi segnare un +6,5% ed i valori in crescita di oltre i 10
punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2022 (+10,7%), spiccano le
performance in valore di ortaggi e legumi (+20,8%) e agrumi (+15,6%), bene anche la
frutta fresca (+4%).
Il saldo positivo della bilancia commerciale (354,4 milioni €) è circa il doppio di
quello del 2022 e quasi si azzera il divario tra le quantità esportate e quelle
importate che calano visibilmente (-3,9%), in declino anche il valore importato (-
1,8%).
L’export dei nostri prodotti principali segna numeri sostanzialmente costanti per le
mele (+1,56% in valore), i kiwi vedono aumentare le quantità (+15,81%) ma non
nella stessa misura i valori (+2,1%), esattamente in controtendenza le arance che
segnano un ottimo +13,69% in valore a fronte di quantità esportate quasi identiche
a quelle del 2022.
Capitolo a parte per le pere con segni molto positivi (+101,88% in quantità, +61,52%
in valore), ma a confronto con un’annata disastrosa come quella del 2021. I numeri
del primo trimestre 2023 ricalcano quasi esattamente quelli del 2020, mentre sono
molto peggiori di quelli del 2021 quando esportavamo 35.000 tons per un valore di
47 milioni di euro.
Bene, anzi molto bene, le esportazioni di limoni (+18,4% in volume, + 20,71% in
valore), come quelle dei mandarini e delle clementine (+7,35% le quantità, +17,79%
i valori) a conferma di un primo trimestre sugli scudi per i nostri agrumi che segnano
anche un calo significativo delle quantità importate (-12,6%).
Segnali non incoraggianti dal comparto frutta secca che aumenta i volumi (+10,8%)
ma vede ridurre i valori in esportazione (-14,2%), calano visibilmente anche le
importazioni (-19,3% in volume, -16,5% in valore), segnali di un mercato che in
Europa si sta contraendo a causa dell’inflazione e delle difficoltà economiche delle
famiglie che tagliano le spese ritenute, a torto, meno necessarie, viste le
comprovate qualità benefiche di questi prodotti.
Indicazioni simili dall’import della frutta tropicale che cala vistosamente in volume (-
10,1%) ma mantiene alti i valori (+2,2%) seguendo un trend avviato lo scorso anno
che risente molto dell’impennata dei costi e dell’inflazione.
Le banane confermano il trend generale della frutta tropicale con volumi in calo e
valori in leggera crescita, senza scossoni l’import di ananas.
“Il rilancio dei consumi rimane l’obiettivo principale per i prossimi mesi – commenta
il presidente di Fruitimprese, Marco Salvi – intento che purtroppo non sembra essere
raccolto dalla Unione Europea dalla quale si attendeva un incremento del budget
promozionale. Invece la proposta per il 2024, resa nota nei giorni scorsi, va nella
direzione opposta con un calo di 1 milione di euro per i programmi multinazionali
del settore ortofrutta”
“Si conferma – conclude Salvi – un comportamento incomprensibile se non
schizofrenico della Commissione che proclama, con la strategia Farm to Fork, di
voler incentivare il consumo dei prodotti freschi, ma non fa nulla di concreto in
questa direzione, anzi ci propone soluzioni irricevibili come il regolamento sui
fitofarmaci e sugli imballaggi”.
Scheda / FRUITIMPRESE
Costituita nel 1935 e assunta nel 1949 la forma di Associazione, Fruitimprese riunisce le imprese
ortofrutticole italiane, svolgendo un ruolo fondamentale per favorire lo sviluppo delle aziende
impegnate nell’attività di export-import, in un settore che contribuisce in maniera rilevante
all’affermazione del “Made in Italy” nel mondo. Fruitimprese è al fianco degli associati in una fase
di costante evoluzione dello scenario economico internazionale e di crescente competizione tra i
protagonisti del mercato. Le aziende associate sono oltre 300, per un fatturato complessivo di 6
miliardi di euro, di cui 2 miliardi di fatturato export.
[Comunicato stampa ricevuto in redazione]