Cucinare a casa

A tavola per essere in forma fisica e psicologica

In questo faticoso periodo di pandemia sono cambiati molti aspetti della nostra vita; anche le abitudini quotidiane e domestiche, come per esempio l’alimentazione, hanno subito un forte cambiamento. Ci siamo abituati a fare la spesa in modo diverso, abbiamo preparato pranzi e cene in casa e sperimentato nuove specialità per accontentare il nostro palato. Non di rado però abbiamo esagerato, per cui ora si sente parlare di nuove problematiche causate dall’abuso di cibo e di alcol domestico, anche in persone che non ne avevano mai sofferto prima. In sostanza tra i nostri quattro muri abbiamo mangiato e bevuto in modo eccessivo. Per quali ragioni è accaduto questo e come mai mangiare ci risulta così gratificante anche quando i nostri problemi stanno da un’altra parte? Perché per l’essere umano il cibo non svolge soltanto la funzione di nutrire il corpo e sedare la fame, ma è anche un modo per soddisfare bisogni non strettamente legati al nutrimento e che per questo sono chiamati “secondari”, come per esempio il bisogno di stare in compagnia o quello più nascosto di sedare stati emotivi come l’ansia, la paura, l’angoscia del vuoto. Bisogni che nulla hanno a che vedere con la fame, ma che erroneamente portano a mangiare nel tentativo di sedarli. Diremo che il mangiare è una questione che non riguarda soltanto la pancia ma anche la testa e le emozioni. Gli aromi e i profumi dei cibi, oltre a saziarci, quando sono ben preparati e accattivanti ci regalano momenti di vero e proprio benessere psicologico, riuscendo a loro volta a stimolare nel nostro corpo la produzione di particolari sostanze, come le endorfine, che hanno il potere di farci sentire bene psicologicamente ed emotivamente. Spesso è il nostro cervello a guidarci nella scelta di cosa e quanto mangiare. Per esempio se ci sentiamo senza forze e stanchi cechiamo una soddisfazione immediata alla nostra fame e saremo orientati verso cibi ipercalorici che danno un senso di pronta sazietà, invece se siamo tristi prediligeremo cibi morbidi e dal sapore dolce che si sciolgono in bocca come quando eravamo bambini. Se siamo annoiati cercheremo sapori nuovi e in tempi di crisi si va anche alla ricerca dei sapori di una volta, quelli che ci fanno provare un senso di appartenenza sociale e procurano sicurezza. Studi approfonditi hanno identificato alcune molecole contenute nei cibi che riescono a innescare quello che viene chiamato il “godimento alimentare”; in modo particolare sono stati identificati alcuni zuccheri, grassi raffinati e salati che quando mangiamo vanno a stimolare il mesencefalo, la parte più antica del cervello, dove si trovano i cosiddetti “centri della gratificazione”. A loro volta essi si attivano quando soddisfiamo un bisogno primario mangiando cibi gustosi, dolci o salati, belli alla vista e gradevoli al palato e originano in questo modo una soddisfazione secondaria alla fame, cioè la gratificazione emotiva e psicologica. Ecco più chiaro come mai, in questo periodo di disagio, ci è venuto spontaneo, rifugiarci nel cibo. avendo anche più tempo per stare in casa, per soddisfare tutti nostri bisogni rifugiarci nel cibo, trascurando a volte la nostra dieta. Ora dobbiamo però correre ai ripari. Cosa fare? Certamente è bene ritornare a una alimentazione più equilibrata ed essendo questo anche l’anno internazionale della frutta e della verdura possiamo approfittarne per inserire nella nostra dieta prodotti sani e freschi. Ma dobbiamo anche muoverci di più: la bella stagione e la possibilità di uscire ci aiuteranno molto. Fare movimento ci servirà per rilassarci e scaricare le tensioni fisiche e nervose, ci allontanerà dallo stare davanti ai video e ai giochi sui tablet che non risolvono i nostri problemi ma ci danno dipendenza, soprattutto nei giovani, così non cercheremo più di mangiare a tutte le ore sdraiati sul divano e ci rimetteremo presto in forma sia fisica che mentale.

di Marisa Antollovich

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