MINIMA INFINITA

Dalla storica Collezione 8×10 di Cesare Zavattini alle nuove donazioni, tutta la varietà dell’arte l’arte contemporanea nel piccolo formato 

29 ottobre 2021 – 9 gennaio 2022

 “Oggi possiedo una collezione unica. Tutta l’arte contemporanea in una camera.”

Così scriveva cinquant’anni fa Cesare Zavattini, e così Giulio Bargellini, fondatore del MUSEO MAGI ‘900 di Pieve di Cento (BO), vuole ricordare il grande intellettuale, presentando in un’unica sala la particolarissima collezione di oltre le oltre duecento opere di artisti contemporanei, che costituiscono la collezione Minima Infinita.

Minima Infinita è, infatti, una raccolta di opere “minime” per il loro piccolo formato e tuttavia straordinariamente intense e capaci di rappresentare la ricerca e la poetica dei loro autori; una raccolta iniziata da Bargellini circa venti anni or sono, e idealmente “infinita”, come senza confini sono la creatività degli artisti e la passione dei collezionisti. 

L’idea nasce dal desiderio di rendere omaggio all’intuizione di Zavattini (1902 – 1989) – scrittore e pittore tra i più originali sulla scena italiana del dopoguerra – il quale, spinto dal desiderio di riunire nello spazio del suo appartamento romano una grande collezione d’arte contemporanea, dal 1941 iniziò a chiedere agli artisti di realizzare appositamente per lui opere di piccolissimo formato, indicando nell’ 8x 10 cm. la misura “minima e massima”, perché fossero capaci di esprimere pienamente il valore dei loro autori. Si trattava di una sfida concettuale proposta agli autori affermati ed emergenti più interessanti, un gioco da estimatore, da cui però nasceva un modello innovativo di collezionismo, democratico e replicabile, perché fondato sull’idea che tutti possono costruire una raccolta di vasto respiro, anche in spazi contenuti. 

Quando, poco prima della scomparsa di Zavattini, la sua bellissima collezione è stata messa in vendita, le quasi duemila opere che la componevano sono state separate parzialmente disperse sul mercato. Fortunatamente però due nuclei significativi sono stati ricostituiti: uno, dedicato agli autoritratti d’artista, è nella Pinacoteca di Brera; l’altro, composto da oltre duecentotrenta opere di altrettanti autori novecenteschi, è stato acquistato da Giulio Bargellini ed è stabilmente esposto in una sezione permanente del museo. 

Il grande riconoscimento che la critica ha sempre riservato a questa raccolta e l’intenzione di darle un seguito ideale con autori delle nuove generazioni, proseguendo così idealmente l’idea di work in progress che aveva animato lo stesso Zavattini, hanno spinto Bargellini ha implementare la raccolta nel corso dei vent’anni di apertura del museo da lui fondato nel 2000, fino a raccogliere questo nuovo nucleo di quasi duecento nuove opere di piccolo formato, che per la prima volta vengono esposte tutte insieme.

L’allestimento temporaneo della nuova raccolta nello spazio OPEN BOX, curato di Valeria Tassinari, è visitabile gratuitamente ed offre dunque l’occasione per immergersi in un “museo nel museo”, in cui rileggere una sintesi della storia della ricerca artistica degli ultimi decenni e del MAGI stesso. Nella preziosa varietà delle piccole opere, infatti, è ben leggibile il gran numero di incontri e relazioni con artisti di diversa provenienza, che qui hanno esposto o che hanno avuto rapporti di stima e amicizia con il collezionista. Un punto fermo, ma anche il punto da cui ripartire, con energia e fantasia dopo la crisi pandemica, per continuare una storia potenzialmente infinita. Ingresso gratuito.

[Comunicato stampa ricevuto in redazione]

Ultime notizie