di Alvaro Vaccarella, medico e giornalista
In una delle scene di apertura del film del 1997 che rese celebre il trio, intitolato Tre uomini e una gamba, Giovanni e Giacomo al mattino alle otto vanno sotto l’abitazione dell’amico Aldo per sollecitarlo a scendere. «Un attimo, finisco la peperonata e sono da voi» risponde il comico con quel suo simpatico accento palermitano. La sorpresa degli altri due si condensa dal commento di Giovanni: «Peperonata? Alle 8 del mattino? Mezzogiorno: topi morti?».
Eh sì, perché i peperoni non sono considerati un cibo nobile, tantomeno raffinato, e ancor meno indicato a consumarsi per colazione.
Nel 1773 Vincenzo Corrado filosofo e gastronomo, pubblicò un trattatello intitolato Il cuoco galante e lo dedicò a Sua Eccellenza il Signor Don Michele Imperiali, Marchese di Oria, Principe di Francavilla, Signore di Casalnuovo, Massafra, e via elencando, presso il quale il dotto intellettuale (pugliese di origine ma napoletano di adozione) era stato nominato “Capo dei servizi di Bocca”. Vale a dire preposto a sovrintendere alla cucina, alla preparazione delle vivande e all’organizzazione dei banchetti di Palazzo Cellamare, sito sulla collina delle Mortelle (oggi in posizione centralissima), affacciato sulla città partenopea e sul suo meraviglioso golfo. Tra i numerosi ospiti illustri di Sua Eccellenza vanno annoverati anche Goethe e Casanova. È dunque assai probabile che per questi celebri personaggi Vincenzo Corrado abbia allestito sontuosi pranzi o indimenticabili cene.
In quel suo gustoso e ricchissimo tomo, che spazia dai “volatili domestici” ai “croccanti, gattò e altre paste delicate” passando attraverso “timballi e sortù”, possiamo leggere: il peperone è “rustico e volgare”. Un giudizio, dunque, assi severo, che non si discosta da quello che sarà espresso tre secoli dopo nel popolare film sopra citato.
Eppure il peperone, oltre ad avere un gusto intenso ma non per questo sgradevole, possiede numerose qualità particolarmente importanti per il nostro benessere. Ci fa da guida alla scoperta delle virtù salutari del capsicum annuum (così è chiamato secondo la nomenclatura botanica) l’esaustivo articolo pubblicato dall’International Journal of Molecular Sciences intitolatoBiological Properties, Bioactive Constituents, and Pharmacokinetics of Some Capsicum spp.and Capsaicinoids (Int. J. Mol. Sci. 2020, 21, 5179; doi: 10.3390/ijms21155179) redatto da un gruppo di ricercatori appartenenti a istituti universitari sparsi in diversi continenti. Fra gli altri aspetti segnaliamo l’attività antibatterica esercitata dalle sostanze in esso contenuto e la presenza di vitamina C, della quale è particolarmente ricco.
Lasciando a chi è oltremodo interessato, la lettura dell’intera rassegna, mi piace ricordare, in questa sede, uno studio recente curato da scienziati giapponesi, nel quale si dimostra che somministrando per tre mesi estratto di peperone a un gruppo di anziani (età media intorno ai 74 anni) si otteneva un miglioramento della attività fisica, soprattutto nei soggetti più sedentari. Inoltre veniva registrata una piccola ma significativa riduzione della circonferenza addominale, che stava a significare un benefico effetto anche sul peso corporeo.
C’è un altro effetto assai peculiare ottenuto dal consumo di estratto di peperoni: una riduzione dei brividi nei soggetti di terza età, quando esposti al freddo. Il motivo di questa azione è stato riconosciuto essere conseguente all’attivazione del “tessuto adiposo bruno” la cui funzione principale è proprio quella di produrre calore in risposta alle basse temperature. Lo hanno dimostrato alcuni scienziati di Singapore, i quali hanno messo in risalto l’azione stimolante della capsicina (la sostanza attiva estratta di peperoni, appunto) su queste isole di cellule ricche di lipidi che assumono una particolare colorazione scura a causa del ferro in esse contenuto, mediante scansioni con tomografia a emissione di positroni (comunemente abbreviata con la sigla PET).
Questo ortaggio, tenuto in così poco conto da alcuni personaggi famosi è, come si può vedere, una sorgente particolarmente ricca di sostanze benefiche, i cui effetti sono per lo più sconosciuti alla maggior parte delle persone.
Fra queste possiamo con ogni probabilità includere anche Robert Jordan, il dinamitardo statunitense protagonista del più famoso romanzo di Ernest Hemingway: Per chi suona la campana. Nelle prime pagine del romanzo, infatti, lo troviamo nel bel mezzo della guerra civile spagnola, in procinto di far saltare un ponte, assorto a gustare un succulento coniglio al vino rosso con piselli e peperoni. Senza alcun brivido.